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Il mio fratellino


Ti ho desiderato tantissimo e ho talmente tanto frantumato le palle a babbo e le ovaie a mamma che alla fine si sono decisi a concepirti. 

Di certo se la sono presa con calma, perché otto anni di differenza non sono affatto pochi e noi li abbiamo sempre sentiti tutti, percepiti pure di più, dato che è risaputo che i maschi maturano dopo rispetto alle femmine e tu, caro mio, non hai fatto eccezione. 


Ti ho desiderato tantissimo, eppure, quando finalmente sei arrivato con i tuoi 5 kg di cicce e setole, ho presto rimpianto lo stato di figlia unica perché in poco tempo mi hai rubato le attenzioni di mamma e babbo, lo spazio in camera e la quiete in casa. 

Il fatto è che con la stessa rapidità ti sei pure impossessato di una bella fetta del mio cuoricino e quindi da allora mi è toccato perdonarti tutto.


Sei diventato un bellissimo ragazzone di un metro e novanta che va verso i trent’anni, eppure per me resterai sempre il mio fratellino buffo e dispettoso. 

Ti voglio bene, con quell’amore immenso, incondizionato e viscerale che va oltre le differenze caratteriali e di opinioni e che solo con i figli e fratelli è possibile provare. 


Hai trovato la tua anima gemella non in una persona uguale a te, bensì in una che ti completa, che non ti compiace ma ti è sempre complice, che sa rimetterti al tuo posto quando serve, ma anche supportarti con dolcezza e devozione. 


Siete bellissimi insieme, fuori ma soprattutto dentro, e quello che posso augurarvi può essere solo di continuare a camminare insieme tenendovi la mano.

A volte potrà capitare di inciampare, ma rialzarsi più forti di prima renderà il vostro rapporto ancora più forte e speciale. 


Buona vita insieme ragazzi, ad maiora semper!

Beatrice. Doppia vita. Manager stimata e irreprensibile nella prima, madre di tre figli esaurita e inadeguata nella seconda. Questo blog cerca di mettere d’accordo le due anime portando alla luce storie di amore e disagio, comuni a migliaia di altre donne che ogni giorno cercano di sopravvivere tra casa, figli e lavoro senza perdere il lume della ragione.

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