Quando la ginecologa ci ha chiesto “vedete anche voi quello che vedo io?” papà ha capito subito che eravate in due là dentro ad affollare la pancia di mamma, perciò si è ammutolito
e non ha più proferito verbo per molti lunghissimi minuti.
Io vi avevo sognati, ma razionalmente e ignorantemente reputavo i gemelli quanto di più lontano possibile dalla mia esistenza.
Adesso sui gemelli potrei scriverci un trattato, ma allora no, non me l’aspettavo davvero.
Quando la dottoressa ci ha posto quella fatidica domanda e ho visto l’espressione allucinata di papà, ho cominciato a ridere istericamente, sguaiatamente, senza riuscire a controllarmi e fermarmi.
Questa scenetta, tra papà in stato catatonico e mamma in preda a una crisi di riso spastico, è durata almeno un quarto d’ora.
Allo stupore è però seguita la paura. Sia la mia ginecologa che l’esperto gemellare da cui lei mi ha mandato ci hanno spiegato come quella fosse una gravidanza ad alto rischio e come statisticamente dovessimo prepararci ad una serie di complicazioni più o meno pericolose.
Di certo non è stata una gravidanza serena, ma alla fine, grazie al cielo e in barba a tutte le statistiche, siete nati sani, con parto naturale e belli cicciottini.
Sono stati indubbiamente i due anni più difficili e stancanti della mia vita, ma ogni giorno che passa è meno difficile del precedente e mi sembra di star finalmente riuscendo a godervi e vivervi.
I vostri occhioni azzurri come il cielo, il vostro sorriso luminoso e le vostra urla gioiose rendono tutto più leggero e gestibile. Anche la paura della gravidanza e la fatica di questi primi anni in cinque diventeranno presto un ricordo.
Rimane da aggiustare solo il rapporto fra voi due ma, tra uno schiaffo e una tirata di capelli, ci lavoreremo con calma man mano che crescete.
Buon compleanno, nostri dolci terremoti!
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