Non riesco a fare a meno di pensarci.
Da quando è morto quel neonato a Roma, non faccio altro che pensare a lui, alla sua mamma e ai sogni che questa immane tragedia ha spezzato per sempre.
Sono vere tante cose.
È vero che la presenza di una persona a supporto della mamma nelle prime 24 h dal parto è fondamentale per la ripresa e l’avvio in serenità e senza rischi del bonding e dell’allattamento.
È vero che questa morte è il fallimento di un’intera società che continua a dare per scontato che la cura dei figli sia mansione pressoché esclusiva delle madri e a biasimare e far sentire inadeguate quelle che osano mostrare segni di insicurezza o stanchezza.
È verissimo, non vero, che poteva succedere a chiunque e sono sicura che se non è successo a me è stato per pura fortuna.
Ricordo come un incubo la prima notte in ospedale con Flavio e Valerio: in camera da sola, dolorante per le lacerazioni, devastata dalla stanchezza e col terrore che i bimbi mi cadessero dal letto o potessi soffocarli nel tentativo di allattarli.
Tutto vero, e spero di cuore che questa morte non si riveli vana e acceleri un minimo l’evoluzione progressista di cui abbiamo urgente necessità.
Il solo pensiero di cosa deve star vivendo quella mamma mi angoscia terribilmente e, sinceramente, non so se io sarei in grado di sopravvivere a una cosa del genere.
9 mesi di attesa fatta di sogni, aspettative e corredini, tutto spazzato via da pochi minuti in cui ha prevalso inesorabilmente la stanchezza.
Razionalmente e oggettivamente non è colpa sua, ma quanto può davvero venirci in soccorso la razionalità di fronte a un tale dolore? Come si supera un vuoto del genere? Come si riesce a non sprofondare emotivamente nel senso di colpa?
Io prego che questa mamma sia circondata da persone dotate di sufficiente empatia e intelligenza emotiva, capaci di abbracciarla, di fornirle un supporto psicologico adeguato e di riportarle pian piano negli occhi la luce della speranza e del futuro.
Uno scenario alternativo fatto di colpevolizzazione e recriminazioni non voglio neanche ipotizzarlo perché vi potrebbe regnare soltanto l’oscurità.
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