Se mi dici che dovrei essere ottimista e positiva, mi stai dicendo come TU, col TUO carattere, affronteresti una certa situazione, ma non stai facendo niente per metterti nei MIEI panni.
Se mi dici che nella vita ci sono cose peggiori delle fatiche genitoriali, mi stai implicitamente accusando di essere un’ingrata e stai cercando di farmi sentire inadeguata.
Se mi dici che è normale, che ci passano tutte, stai ignorando le mie emozioni anziché accoglierle.
Ho il sacrosanto diritto di sentirmi stanca e di lamentarmene.
Se mi lamento non significa che rimpiango la mia vita senza figli.
Se mi lamento non significa che non mi sento grata per i doni meravigliosi che ho avuto la fortuna di ricevere.
Se mi lamento non significa che non amo i miei figli.
Usciamo da questa insensata equazione del “Si lamenta, ma allora che li ha fatti a fare i figli?”
Posso essere una mamma stanca e sfinita, ma anche una mamma innamorata e grata, le due cose non sono mutuamente esclusive.
Posso amare i miei figli e al contempo aver voglia di lamentarmi.
Perché?
Perché nessuno mi aveva preparato a quanto sarebbe stato impegnativo e stancante.
Perché quello del genitore è il mestiere più difficile del mondo.
Perché pago centinaia di euro al mese di asilo nido per poi averli fissi a casa malati.
Perché fare i figli in Italia significa dover gravare sui nonni o svenarsi in baby sitter o entrambe le cose.
Perché nel 2023 ancora regna sovrano il mito della super mamma che fa tutto e non si lamenta.
Perché il carico mentale della gestione di figli, lavoro e casa è estenuante, così come lo sono le responsabilità.
È tutto difficile, ma non ho mai neanche pensato per un solo istante che non ne valesse la pena.
Amo i miei figli più di qualsiasi altra cosa al mondo, ma sono anche tanto stanca.
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