Due settimane di ferie a casa con i miei figli.
Avrei voluto approfittarne per riposare e fare un decimo delle mille cose che rimando da tempo, ma la verità è che sono più stanca di prima e non ho concluso nulla di buono.
Avrei voluto godermi i miei bimbi, passare tempo di qualità con loro, ma temo che la quantità abbia superato di gran lunga la qualità.
Ho giocato con loro, ma solo in pochi momenti sono riuscita davvero a godermeli. Sono quasi sempre stata troppo impegnata a rincorrerli, contenerli, impedire che si menassero o si spaccassero la testa arrampicandosi o sbattendo come fanno in continuazione.
Tra pochi giorni, se non si ammalano nel frattempo, i bambini torneranno a scuola e le mie emozioni sono estremamente contrastanti.
Da un lato, non vedo l’ora di rimandarli a scuola e ricominciare a lavorare. Perché averli a casa h24 è devastante fisicamente e mentalmente, perché ho bisogno di ritrovare un minimo spazio per me stessa, perché la routine mi dà stabilità e sicurezza.
Dall’altro, quei pochi momenti di qualità e serenità, di coccole e amore, mi mancheranno terribilmente. E, al solito mio, mi ritrovo a rimproverarmi di non essere riuscita a crearne di più, di essermi stressata e arrabbiata troppo per sciocchezze, di non essere stata una madre all’altezza.
Questa dicotomia interiore non mi dà pace e mi fa sentire inadeguata.
Però poi, in qualche raro momento di lucidità, mi ricordo che anche questa ambivalenza affettiva fa parte della genitorialità e che è tutto normale, basta saperlo ammettere e imparare pian piano a concederselo.
Buon rientro a scuola bambini miei, se ne riparla - spero non troppo presto - al prossimo virus.
Commenti
Posta un commento