Non ho avuto un rapporto semplice e felice con questo 2022.
Depressione post partum, appendicectomia inutile e infezione all’utero curata tardivamente a suon di punture e bombe medicinali varie, difficoltosa ricerca di un equilibrio lavoro-figli, covid, esaurimento nervoso, laringite, per poi concludere in bellezza con una diagnosi di doppia ernia e diastasi addominale per le quali dovrò operarmi.
Nel mio tentativo - ben riuscito direi - di non farmi mancare nulla, però, non mi è mai mancato nemmeno l’affetto. Del mio coinquilino-marito, dei miei bambini, dei miei genitori, di mio fratello, dei miei amici e amiche.
Ben più di quanto osassi sperare, ben più di quanto pensassi in tutta onestà di meritare.
Ma l’amore vero è questo: disinteressato e puro, senza pretese e senza aspettativa di reciprocità.
È stato un anno in cui ho smarrito più volte me stessa ma poi, grazie all’amore che mi circonda e ad un supporto adeguato, ho saputo ritrovarmi.
Ho fallito e ho continuato a cadere sempre più in basso, ma ho imparato a rialzarmi e a rimanere in piedi.
Non posso dire di aver amato questo 2022, ma non posso nemmeno non essergli grata in una certa misura.
Ho scoperto che chi semina raccoglie e che, a giudicare dall’affetto che mi circonda nonostante mi senta ultimamente in difetto verso molte persone, qualcosa di buono devo pur averlo fatto nella mia vita.
Ho scoperto e ritrovato amicizie per me importanti e irrinunciabili.
Sto imparando a rimettere me stessa al centro e ad amarmi nonostante, e forse anche per, i miei difetti.
Sto cominciando ad accettare i miei limiti e ad interiorizzare il concetto che essere imperfetta non mi rende automaticamente pessima, anzi.
Schopenhauer diceva che le cose belle capitano a chi le sa vedere.
Ecco, io voglio cominciare a vederle.
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