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Svezzamento, auto svezzamento o svezzamento ad cazzum?


Prima di diventare mamma ho letto un sacco di libri sulla genitorialità, sull’approccio montessoriano e sulla gestione dei figli piccoli in generale, ma su alcuni aspetti la pratica si è rivelata subito molto più difficile della teoria.

Come tutti, faccio del mio meglio per crescere dei figli felici e autonomi, ma se c’è un tema su cui sento di aver fallito miseramente, questo è senza dubbio lo svezzamento.


Si dice che l’auto svezzamento (o alimentazione complementare a richiesta) sia adatto a tutti i bambini, ma non sia adatto a tutte le mamme. 

E così è stato: io non me la sono sentita per nessuno dei miei bambini, il terrore di vederli soffocare era troppo forte. 

Inoltre, l’auto svezzamento richiede la sussistenza di condizioni precise per poter essere adottato (perdita del riflesso di estrusione, capacità di star seduti con la testa allineata al tronco, interesse verso il cibo, coordinamento occhi-mani-bocca) e, essendo io rientrata a lavoro prima che queste venissero soddisfatte, ho optato per un approccio molto vicino allo svezzamento tradizionale, ma con l’inserimento da subito di tutti i tipi di alimenti, anche quelli contenenti allergeni.

Ciò nonostante, mentre lo svezzamento di Adele è stato all’insegna di prodotti biologici e a km zero, con Flavio e Valerio ho abusato in modo ignobile di omogeneizzati e preparati alimentari. 

Avevo cominciato a cucinare e congelare pappe come avevo fatto per Adele, ma con Flavio e Valerio la roba finiva subito e ho abbandonato la nave dopo meno di due settimane. 


Mi sono a lungo vergognata e sentita in colpa per aver ceduto alla stanchezza e alla pigrizia, ma la verità è che devo imparare a essere più indulgente con me stessa.

Adele era una, loro sono due. 

Adele mangiava come un uccellino, questi sono due fogne. 

Con Adele avevo tutte le attenzioni concentrate su un unico figlio, adesso sono spompata da tre bestiole molto vivaci e a tratti estenuanti.


Impariamo ad essere meno intransigenti e a trovare compromessi. 

Se i miei figli non mangiano sempre gourmet pazienza, ma magari posso assicurarmi di scegliere alimenti industriali più genuini quando faccio la spesa.

Meglio un manicaretto in meno che una mamma esaurita, sono certa che i miei figli mi perdoneranno.

Beatrice. Doppia vita. Manager stimata e irreprensibile nella prima, madre di tre figli esaurita e inadeguata nella seconda. Questo blog cerca di mettere d’accordo le due anime portando alla luce storie di amore e disagio, comuni a migliaia di altre donne che ogni giorno cercano di sopravvivere tra casa, figli e lavoro senza perdere il lume della ragione.

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