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Essere buoni genitori


Mia nonna diceva che essere buoni genitori significa dare con una mano e togliere con l’altra.

Mi sono sempre chiesta che cosa intendesse e ho sempre (superficialmente) pensato che fare il genitore non fosse così difficile. 


Adesso che sono mamma pure io e mi ritrovo ad attraversare il periodo più difficile della mia vita, posso cospargermi la testa di cenere e ammettere di essermi sbagliata di brutto. 

Perché la maternità, e più in generale la genitorialità, è questo: una continua e faticosissima ricerca di compromesso ed equilibrio.

Un compromesso troppo spesso irraggiungibile e dall’odore di fallimento. 


Poi li guardo. 


Nonostante i mesi e mesi di notti insonni;

Nonostante le tonnellate di cacca, pipì, vomito, rigurgito e bava;

Nonostante le pile chilometriche di vestiti da lavare, stirare e mettere a posto;

Nonostante i trilioni di “no” quotidianamente subiti;

Nonostante la casa trasformata in discarica;

Nonostante il perenne senso di inadeguatezza;

Nonostante la fatica.


Li guardo e il cuore si scalda.

Guardo il loro sorriso luminoso, contemplo la loro gioia di vivere e capisco che forse, tutto sommato, non sto facendo un brutto lavoro. 

Forse, nella mia totale imperfezione, sono una buona mamma pure io.

Beatrice. Doppia vita. Manager stimata e irreprensibile nella prima, madre di tre figli esaurita e inadeguata nella seconda. Questo blog cerca di mettere d’accordo le due anime portando alla luce storie di amore e disagio, comuni a migliaia di altre donne che ogni giorno cercano di sopravvivere tra casa, figli e lavoro senza perdere il lume della ragione.

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