Avrei voluto saperlo che una gravidanza può concludersi con un aborto spontaneo, il quale non è solo una leggenda mitologica, ma un evento che capita davvero e anche molto frequentemente. Il dolore sarebbe stato lo stesso, ma avrei saputo da subito che non ero sbagliata, ma solo un po’ sfortunata.
Avrei voluto saperlo che allattare non è una banalità, ma implica dolore fisico, sacrificio e perseveranza e, ciononostante, non è garantito il successo.
Avrei voluto saperlo che il rapporto di coppia cambia per sempre, che si arriva a scontrarsi quasi esclusivamente per i figli e che diventa difficilissimo crearsi momenti di intimità.
Avrei voluto saperlo che sarei arrivata quasi ad annullarmi per i miei figli, dormendo anche meno di un’ora a notte e faticando a trovare un momento per farmi una doccia.
Avrei voluto saperlo che con la nascita dei miei figli la spensieratezza mi avrebbe abbandonata per sempre e che ad ogni influenza o malessere di vario tipo sarei piombata in uno stato profondo di ansia e preoccupazione.
Avrei voluto saperlo che puoi applicarti quanto vuoi, ma i figli non sono soldatini né bambole e ti scontenteranno spesso, senza cattiveria ma perseguendo obiettivi diversi dai tuoi.
Avrei voluto saperlo che la genitorialità non è tutta rose e fiori come ce la dipingono, ma che le gioie e le soddisfazioni sono spesso affiancate da sentimenti ed emozioni meno piacevoli come senso di impotenza, frustrazione, rabbia.
Maggiore preparazione e informazione non avrebbe di certo cambiato il corso degli eventi, così come non sarebbero mutati il mio desiderio di diventare mamma o l’amore incommensurabile per i miei figli.
Una maggiore consapevolezza è però fondamentale per affrontare col giusto spirito e un pizzico di serenità in più le mille sfide quotidiane di questo viaggio tortuoso, stancante, difficile e al contempo bellissimo che si chiama genitorialità.
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