Con la nascita dei figli il rapporto di coppia cambia profondamente, si sa.
Cambiano le priorità, si complica la gestione familiare, si riduce drasticamente il tempo utile per stare insieme senza dover necessariamente pensare alla prole.
Quello che è meno noto è quanto questi aspetti abbiano impatti negativi sulla qualità del rapporto.
Qualche tempo fa ho letto un articolo che riportava dei dati statistici particolarmente disastrosi e infelici circa le separazioni e i divorzi entro il primo anno dalla nascita dei figli. I numeri erano impressionanti.
L'arrivo di un bambino, se desiderato, viene accolto con grande gioia, ma non si riesce a prevedere la portata dello stravolgimento esistenziale che esso comporta.
La verità è che il periodo di adattamento è molto lungo e difficile.
Ricordo che il primo anno di Adele è stato molto tosto, ma sicuramente una passeggiata rispetto a quello che stiamo vivendo ora.
Questi primi sei mesi con Flavio e Valerio, in aggiunta alla stessa Adele, sono stati semplicemente devastanti.
Manca il tempo per lavarsi, figuriamoci per avere una comunicazione sana. La privazione di sonno poi è micidiale e qua il sonno è bandito da un pezzo.
Le litigate che ci facciamo tra le 2 e le 4 di notte sono le peggiori, ma anche le più liberatorie.
Non c'è tempo, non c'è spazio, non c'è energia per niente che assomigli vagamente a riposo, comunicazione pacata, intimità.
Si fa presto a dire che ci dobbiamo sforzare di preservare uno spazio riservato alla coppia. La realtà, purtroppo, è molto diversa dalla teoria e quell'agognato spazio viene inesorabilmente fagocitato dalle nostre deliziose creature.
Quando, sporadicamente, capita che riusciamo a dormire più di un'ora di fila e a recuperare un briciolo di lucidità, ci guardiamo negli occhi e, con un brevissimo e fugace sorriso, ci diciamo che va tutto bene, che supereremo anche questa, che l'amore e il rispetto che abbiamo l'uno per l'altra sono più forti di queste tre meravigliose valanghe che ci sono piombate in testa.
Ci sacrifichiamo oggi per crescere tre persone civili e felici (speriamo) domani.
Domani noi raccoglieremo i frutti di questa semina, torneremo a goderci la nostra momentaneamente offuscata complicità e sorrideremo pensando agli episodi tragicomici di oggi.
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