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A.A.A. esperto cercasi

Gli studi odierni sull'infanzia ci dicono che i neonati non vanno lasciati piangere e che le cure prossimali ad alto contatto sono fondamentali per lo sviluppo della loro sicurezza e indipendenza.

Gli studi ci dicono anche che gli stessi neonati vanno allattati a richiesta e che il seno è per loro la panacea di ogni male.

Gli studi ci insegnano che ogni scatto di crescita è accompagnato da una regressione del sonno e che bisogna avere pazienza finché non arrivano a consolidare da soli il loro ritmo circadiano.

Gli studi ci mettono in guardia dall'usare l'approccio tradizionale basato su premi e punizioni e ci indirizzano verso una genitorialità rispettosa che disciplina i figli con infinita pazienza al posto di urla e scappellotti.

Gli studi, infine, ci esortano a ricorrere al metodo Montessori, a lasciare i nostri figli liberi di sviluppare la loro creatività senza il nostro continuo intervento, al fine di renderli più autonomi e responsabili.


Quello che gli studi non ci dicono è come fare tutte le cose sopra elencate riuscendo anche a sopravvivere.


Io ci provo, lo giuro, ma se tengo in braccio o attaccati al seno Flavio e Valerio ogni volta che piangono per fame, sonno, noia, dolore o diosolosacosa, allora non posso avere il tempo, l'energia o la calma di insegnare ad Adele ad essere autonoma senza distruggere casa o mettere in pericolo se stessa e gli altri.

Di contro, se sto con lei ogni volta che mi cerca, senza scontentarla mai, impiegando ore per farle capire perché è sbagliato fare qualcosa e indurla a empatizzare con me, allora inevitabilmente Flavio e Valerio devo lasciarli piangere un po'.


Non dormo più di due ore di fila da sei mesi e ho Adele a casa in quarantena preventiva, il mio coinquilino/marito che lavora come un mulo, due nonni distanti e due che ci aiutano come possono in questa situazione pandemica e 3 figli piccolissimi che vorrebbero ciascuno la mamma tutta per sé h24.


Prego pedagogisti, psicologi e psicoterapeuti dell'età evolutiva, neuropsichiatri infantili, puericultori, educatori e tutti coloro che lo desiderano di farsi avanti e insegnarmi a campare.


Perché o qualcuno mi dona dieci ore extra al giorno e almeno un paio braccia in più, oppure non ce la posso fare. Perdonatemi.


Beatrice. Doppia vita. Manager stimata e irreprensibile nella prima, madre di tre figli esaurita e inadeguata nella seconda. Questo blog cerca di mettere d’accordo le due anime portando alla luce storie di amore e disagio, comuni a migliaia di altre donne che ogni giorno cercano di sopravvivere tra casa, figli e lavoro senza perdere il lume della ragione.

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