A quattro mesi dal parto, questa è la mia pancia.
Durante la gravidanza di Adele non ho praticamente mai applicato prodotti, eppure non mi è venuta manco mezza smagliatura.
Durante la gravidanza di Flavio e Valerio ho applicato creme ed oli a volontà, eppure negli ultimi dieci giorni mi sono esplose le smagliature tutte insieme. La pancia era veramente abnorme, troppo grossa e troppo tesa per reggere ulteriormente.
Non mi è mai piaciuta la mia pancia e non l'ho mai sfoggiata, neanche nei (pochi) periodi della mia vita in cui sono stata magra e/o con addominali tonici.
Paradossalmente, mi ritrovo a sfoggiarla ora che si presenta come un campo di battaglia.
Sì perché questo campo di battaglia è diventato per me motivo di vanto e orgoglio.
Questa pancia è sopravvissuta al dolore di un aborto spontaneo e alle lacrime versate prima e dopo il raschiamento subito.
Questa pancia mi ha accompagnata durante la gravidanza fisiologica di Adele, portata felicemente a termine senza grosse difficoltà, ma con le naturali paure, ansie e incertezze che seguono una brutta esperienza.
Questa pancia porta su di sé i segni delle prove fisiche affrontate durante la gravidanza ad alto rischio di Flavio e Valerio, che mi ha obbligata ad una maternità anticipata, ad una dieta rigida, a controlli bisettimanali, all'assunzione di medicinali e dozzine di integratori, il tutto fortunatamente senza mai andare incontro a nessuna delle gravi complicazioni che possono insorgere in una gravidanza gemellare monocoriale.
In barba al body shaming e agli odiatori seriali, non nasconderò la mia pancia e, soprattutto, non me ne vergognerò. Ho le spalle abbastanza robuste per farlo.
Questa pancia mi ricorda le sofferenze, ma anche e soprattutto le gioie dei mesi trascorsi in attesa dei miei figli.
Questa pancia è un pezzo importante della mia storia, ed è una storia di cui posso andare fiera.
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