Da quasi quattro mesi questi siamo i nuovi noi: un po' assonnati, un po' ingombranti, parecchio felici.
Non sappiamo più cosa significhi dormire più di un'ora filata senza doverci alzare per allattare Flavio o Valerio o entrambi, per calmare le coliche di uno dei due, per riportare Adele nel suo letto dopo che si è svegliata a causa del pavor nocturnus o semplicemente come pura regressione conseguente alla nascita dei fratellini.
Non sappiamo più cosa significhi avere addosso vestiti puliti, che non abbiano macchie di rigurgito, cacca o pipì.
Non sappiamo più cosa significhi mangiare senza urla o lamenti di sottofondo.
Non sappiamo più cosa significhi farci una doccia in santa pace che duri più di tre minuti.
Non sappiamo più cosa significhi fare una vacanza (e temo che per un pezzo dovremo campare di ricordi), dato che muoverci per più di un giorno è diventato logisticamente molto complicato e fisicamente molto faticoso.
Non sappiamo più cosa significhi passare inosservati, dato che, ovunque andiamo, incrociamo sguardi e commenti che trasudano più compassione che ammirazione.
Non sappiamo più cosa significhi concederci un po' di tempo da dedicare a noi stessi sia come individui che come coppia.
Non sappiamo più un sacco di cose, ma abbiamo scoperto un livello nuovo di amore che colma ampiamente tutte le altre lacune e ci fa sentire vivi. Infinitamente stanchi, ma vivi e felici.
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