Nel ventunesimo secolo, l'allattamento pubblico al seno dovrebbe essere accettato e riconosciuto dalla maggioranza come un'attività naturale, eppure non sempre è così.
Ho allattato Adele per ben 19 mesi e l'ho fatto nei peggiori posti, nelle peggiori situazioni, nelle peggiori posizioni, senza mai farmi alcuno scrupolo e sentendomi raramente addosso occhi contrariati.
Con Flavio e Valerio però è diverso. Allattare queste due sanguisughe in parallelo significa di fatto rimanere in topless e offrire uno spettacolo di alto livello, non c'è possibilità alcuna di farlo in modo discreto e intimo. Gli occhi addosso ce li ho sempre e comunque, anche quando dall'altra parte non c'è alcuna volontà giudicante, ma semplice curiosità di fronte a questa attrazione circense.
Mio marito Francesco, pur essendo siciliano, si allontana molto dallo stereotipo del tipico uomo geloso del Sud. Tuttavia, mi metto nei suoi panni e non dev'essere il massimo vedere tua moglie nuda con tutti quegli occhi indiscreti e inopportuni addosso. Volente o nolente, comunque, lui se n'è fatto una ragione. Purtroppo sono io la prima a provare imbarazzo e disagio ogni volta che allatto in pubblico. E non è affatto giusto. Non è giusto che debba sentirmi sporca nel fare la cosa più naturale di questo mondo. Non è possibile che ancora oggi ci si debba sentire giudicate, sia da uomini che donne, perché si sceglie nientepopodimeno che dare nutrimento e vita ai propri figli.
Ci scandalizziamo per il mancato riconoscimento di sacrosanti diritti civili, quando la nostra società nel 2021 non riesce ancora ad accettare che una madre allatti i suoi figli in pubblico. Ne abbiamo di strada da fare. Che amarezza.
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